Afghanistan Sguardi e Analisi

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Afghanistan: Sguardi e analisi" è un progetto aperto finalizzato a comprendere e discutere le ragioni - e le possibili soluzioni - dei conflitti afghani.

giovedì 9 dicembre 2010

Operazione Baawar: la reazione dei taliban e l’escalation di attacchi suicidi

di Claudio Bertolotti

Operation Baawar (Security) is still ongoing in the province of Kandahar. Taliban’s response has been immediate. An escalation of suicide attacks is characterizing these days in the southern Afghanistan. On 6th of December two Coalition soldiers died in Gardez; two days after other Coalition members died due to a suicide attack in Kandahar. Fareed Ahmad, a young student and mujaheddin of Islamic Emirate, carried out a martyrdom attack (Istisshadi). The attacker lure soldiers starting a conversation in English and once enough soldiers had gathered around him, he detonated his explosives vest. Actions like this represents a good occasion for Taliban’s propaganda, the most dangerous technique adopted by insurgency.
At the moment Coalition soldiers killed in 2010 are 680, but it’s a part of the total in nine years of war and the number is growing day by day.


Se i soldati canadesi, con il supporto delle forze statunitensi e afghane, stanno portando avanti proprio in questi giorni la loro più grande operazione nella provincia di Kandahar denominata Baawar (Sicurezza), la reazione dei taliban non si fa di certo attendere e lascia ben poco da sperare su una effettiva condizione di sicurezza nel sud dell’Afghanistan.
Dopo l’attacco suicida del 6 dicembre, all’interno di un bazar di Gardez frequentato dai soldati della Coalizione – che ha provocato la morte di due militari statunitensi – è stata la volta di un altro attacco suicida portato a termine con successo contro le forze di sicurezza internazionali. L’8 dicembre a Chalgazi Karez, località della provincia di Kandahar, un giovane taliban, Fareed Ahmad, è entrato a far parte dei martiri di Allah attraverso l’Istisshadi – il martirio autonomamente scelto – provocando la morte e il ferimento di altri soldati della Forza militare internazionale. Si è avvicinato ai soldati parlando inglese, ha attirato la loro attenzione e un minimo della loro fiducia, quel poco che è bastato per farli avvicinare alla killing zone.
Gli attentati suicidi, di cui troppo poco si parla facendo riferimento ai movimenti insurrezionali afghani e al conflitto nel suo complesso, rappresentano una chiara e definita minaccia. La propaganda dei taliban, attraverso i comunicati di uno dei suoi portavoce, Qari Yousuf Ahmadi, non ha mancato di evidenziare l’importanza di tali atti e l’eroismo con cui vengono portati a termine. Un eroismo che, al di la dei limitati risultati ottenuti sul campo di battaglia, ha il potere di ravvivare l’entusiasmo dei tanti combattenti afghani, nazionalisti, jihadisti o avventurieri che siano.
Sale a 680 il numero dei militari stranieri morti dall’inizio dell’anno, mentre sono già dieci le vittime dal 1º dicembre 2010 tra soldati locali e stranieri. Numeri che, ormai da quasi dieci anni, tendono sempre più al rialzo.

10 dicembre 2010

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