Intervista di Francesca LANCINI
Quattordici
anni di guerre mosse dall’Occidente, instabilità, disintegrazione di
intere Nazioni, richiedono un’ampia riflessione. Lo Stato
Islamico ha alzato la sua bandiera, almeno formalmente, anche in India,
Pakistan e Afghanistan. L’Iraq, la Siria e la Libia non esistono più
come Stati. Le cosiddette ‘primavere arabe’ si sono presto rivelate
degli inverni. Migranti disperati continuano a morire nel Mediterraneo
o, nel migliore dei casi, ad approdare sulle nostre coste all’apice di
una propaganda xenofoba e strumentale. Lo studioso Claudio Bertolotti spiega a ‘L’Indro’ in un’intervista, divisa in due parti (la prima su Afghanistan e Asia meridionale,
la seconda sul MENA, Medio-Oriente e Mediterraneo – quella che state
per leggere), perché siamo giunti a questo scenario e dove ci staremmo
dirigendo.
Come analista strategico indipendente per il Centro militare di Studi Strategici
(CeMISS), Bertolotti si occupa di conflittualità dell’area MENA
allargata (Grande Medio Oriente). Ma è anche il ricercatore
senior dell’Italia alla ‘5+5 Defense iniziative 2015′ dell’Euro-Maghreb Centre for Research and Strategic Studies (CEMRES) di Tunisi. E’ stato, inoltre, per circa due anni capo sezione contro-intelligence e sicurezza di ISAF in Afghanistan.
Di seguito la seconda parte sul MENA, Medio-Oriente e Mediterraneo.
Bertolotti parla di Siria come proxy-war, guerra
per procura... (vai all'articolo completo su L'INDRO)
Nessun commento:
Posta un commento