a cura di Claudio Bertolotti
Ø 2 settembre – Hamid
Karzai alla ricerca del sostegno parlamentare per l’approvazione dei candidati
scelti per ricoprire alcune delle posizioni governative rimaste vacanti (in seguito
alla sfiducia formale dello stesso parlamento afghano), tra le quali il
ministero della Difesa e degli Interni lasciati scoperti dagli sfiduciati Abdul
Rahim Wardak e Bismillah Khan Mohammadi. Wardak, appena lasciato l’incarico di
ministro, è stato immediatamente reinserito nella compagine governativa dallo
stesso Karzai mentre Mohammadi, dall’Interno, potrebbe transitare alla Difesa. Indiscrezioni
darebbero l’ex vice ministro dell’Interno, Ghulam Mujtaba Patang, al vertice
dello stesso ministero.
Ø 2 settembre – Sospesa l’attività di sostegno alle forze
di sicurezza locali (Afghan Local Police). La decisione del comandante
dell’American Special Operations command di sospendere le attività di
addestramento alle forze di polizia locale è stato il primo significativo (e
formale) colpo alla controversa quanto fallimentare iniziativa di armare e
addestrare le milizie locali attribuendo loro lo status (e con questo anche
l’equipaggiamento e lo stipendio) di polizia. La sospensione sarebbe
conseguenza, più o meno diretta, dell’aumento di attacchi di tipo
green-on-blue.
Ø 3 settembre –
La Wolesi Jirga, camera bassa del parlamento afghano, ha avviato una procedura
di sfiducia nei confronti di Noorullah Delawari, capo della Banca centrale
afghana, accusato di incompetenza.
Ø 7 settembre – Nulla
osta statunitense per l’accordo di cooperazione commerciale avviato da Afghanistan,
India e Iran. L’intesa dovrebbe portare a una collaborazione incentrata sui
traffici commerciali e minerari da e per l’Afghanistan attraverso il porto
iraniano di Chabahar.
Ø 15 settembre – dopo cinque
anni di ritardi, i lavori di costruzione della «Ring Road» nella provincia di
Badghis potrebbero essere riavviati. La maggior parte del
tracciato sarebbe stata completata ma un tratto 213 chilometri tra Faryab e Badghis
rappresenta ancora una significativa problematica a causa delle condizioni di
generale insicurezza.
Ø
21 settembre – Formalmente concluso il surge statunitense con il ritiro del
primo scaglione di 33.000 soldati dal teatro operativo afghano (step 1 della
fase transizione).
Ø 14 settembre – L’attacco coordinato dei taliban contro la base statunitense Camp
Bastion nella provincia di Helmand ha provocato la morte di due Marines e la
distruzione di sei velivoli da
combattimento. L’azione è stata condotta da mujaheddin con uniformi
dell’esercito statunitense e basata sulla penetrazione delle linee difensive. Il
video relativo alla fase di preparazione dell’attacco è stato diffuso sul web
dai taliban.
Ø
22 settembre – Kabul: avviata la censura nei
confronti dei giornali pakistani, accusati di propaganda antigovernativa.
Ø
23 settembre– Kunar, instabilità e fermento politico. «Jamal», nuova
coalizione politica afghana, ha dichiarato di essere preoccupata per un
possibile, quanto non auspicabile, posticipo delle elezioni presidenziali in
calendario nel 2014.
Ø
23 settembre – per la prima volta in cinquant’anni, un leader
cinese ha effettuato una visita ufficiale in Afghanistan. In occasione
dell’incontro tra Karzai e Zhou Yongkang, capo della sicurezza interna della
Cina, sono stati siglati alcuni accordi preliminari in campo economico e della
sicurezza in previsione del disimpegno della NATO.
Ø
24 settembre – il Segretario di Stato statunitense Hillary
Clinton si è incontrata con il presidente pakistano Alì Zardari, a margine
del meeting dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per discutere l’auspicabile
riavvio della collaborazione tra i due Paesi.